martedì 28 aprile 2009

IL FANTASMA : ARTE E POESIA

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Cercami e non mi troverai,
sognami e verrò da te
toccami e ti sentirò gioire o soffrire
guardami e non potrai nasconderti.

Sono vento
perchè mi senti passare, ma non mi vedi.

Sono fuoco
perchè posso riscaldarti con dolcezza
e perchè posso bruciarti con indifferenza.

Sono acqua
perchè se vuoi posso essere la tua oasi dove ristorarti
e perchè posso farti annegare nel delirio.

Sono terraperchè con me puoi coltivare i tuoi sogni
o rimanere inghiottito dalla sabbia.

Sono come Cupido
posso farti sognare
posso farti soffrire.

Sono il fantasma di un uomo morto nel passato
pellegrino per il mondo
cercatore di mondi perduti
di valori svaniti, di anime perse.

Libero nel mio spirito
incatenato nel mio presente
libero dal dominio
schiavo di me stesso.

Non puoi toccarmi,
non puoi vedermi
credi in me e comparirò in un momento.

Andrea Piobbici

sabato 4 aprile 2009

RICOMINCIARE LA STESSA STORIA...è POSSIBILE?

Circa tre anni fa, mi trovavo a conversare con un amico psicologo "Luigino", si parlava delle debolezze ...si era appena tenuta una conferenza nella quale l'argomento trattato era "LE DEBOLEZZE IN AMORE".
Vorrei far presente, che per debolezze, non sì intendeva dire che amare è una debolezza, ma si curava all'attenzione che esistono persone le quali diventano vittime del/lla loro partner fino al punto di auto annullarsi.quelle storie dove l'uno diventa succube dell'altro e vive le più bizzarre perversioni cerebrali dell'altro; come una donna che sta con un uomo che la picchia sempre o come un individuo che viene costantemente tradito e in automatico perdona...diversi modi di essere vittime di se stessi e deboli di fronte all'amore.
Quando una persona ha sempre sbagliato a rapportarsi con voi, potrà mai cambiare?
Il 70% del nostro carattere è la relazione tra i caratteri dei nostri genitori, il restante 30% fa parte delle nostre esperienze di vita e dei nostri tratti somatici caratteriali ed individuali.
Per paradosso c'è chi dice che siamo tutti borderline e che oscilliamo tra un'onda tra il 30 ed il 70 nella quale i due poli sono la nevrosi e la psicosi.
Ciò che sta in mezzo è il nostro equilibrio normale che varia ovviamente a seconda del momento.
Ma tornando all'oggetto della discussione:Si può ricominciare da capo la stessa storia? CAMBIARE SI PUò?
Si! cambiare si può, ma bisogna volerlo e prima di tutto metabolizzare il convincimento o meglio dire la realizzazione che c'è qualcosa che non funziona in se stessi e va cambiato.
Sono le strade più erte da percorrere, ma sono i sacrifici più grandi che danno valore ai nostri sforzi
Mi diceva l'amico Luigino che una storia non si ricomincia mai!
Se riflettiamo insieme e pensiamo a come ci rapportiamo con un amico d'infanzia che magari non vediamo da 20 anni...è lo stesso modo di vent'anni prima.Come mai?
La nostra memoria credo che in un certo modo, tramite una specie d'imprinting, memorizza e colloca persone e avvenimenti in una determinata forma e di li prima che si cambi il modo di vedere la cosa bisogna raggiungere il convincimento del cambiamento.
Cosa significa?
Significa che anche se ci si divide e si vive un peiodo lontano l'uno dall'altro, si è convinti che ci sia stata un'interruzione, ma in realtà è solo una pausa.
Si!Si può ricominciare, ma bisogna avere la volontà e la maturità per poterlo fare.
Questa maturità o si è graziati da qualche benevola divinità che dota l'intelletto dalla nascita, o solo le esperienza della vita ce la può far raggiungere, dopo averci castigato ogni volta che abbiamo sbagliato.
IN SOSTANZA A VOLTE PER FARE UN PASSO AVANTI BISOGNA FARNE DUE INDIETRO.

Vs. Andrea Piobbici

CATTIVERIA E MITOLOGIA:DOVE NASCE?

Un'antica leggenda narra che le persone cattive hanno tutte problemi di fegato...sarà vero?La cattiveria ha sede nel fegato.
La conferma è di PrometeoPerché l’avvoltoio di Zeus ha infierito così crudelmente sul fegato di Prometeo?
La leggenda, raccontata da Esiodo :Prometeo, che voleva agevolare gli uomini, sezionò il toro offerto in sacrificio e compattò i bocconi più delicati dentro la sacca dello stomaco, lasciando la carcassa ben coperta dalla pelle dell’animale.
Quando Zeus fu chiamato a scegliere, pregustando le carni tenere che, anatomicamente, si trovano sotto pelle, snobbò lo stomaco e si ritrovò con un pungo di ossa.Subodorando l’inganno, volle vendicarsi, privando gli uomini del fuoco. “Che mangino cruda la loro carne, ottenuta con l’inganno” borbottava tra sé e sé.Prometeo, che si sentiva responsabile della punizione, ottenne da Atena (alla cui nascita dalla testa di Zeus aveva personalmente assistito e da cui era stato erudito sull’intero scibile) di entrare di nascosto nell’Olimpo.
Lì, rubata una torcia al carro del Sole e postala, per mimetizzarla, entro il cavo di un gigantesco gambo di finocchio, ne fece dono agli umani.Ecco perché il gigante buono, simbolo della hybris, fu incatenato sul Caucaso secondo le dinamiche così ben raccontate da EsiodoL’iconografia romantica eleggerà Prometeo eroe della resistenza umana agli arbitri del destino, titanico e volitivo rappresentante del potere umano; per i Greci, egli non era un eroe, perché la tracotanza e l’empietà di cui aveva dato prova opponendosi al volere divino squalificavano ogni suo gesto.
La sua punizione è eziologicamente fondata: il fegato, luogo della cattiva digestione, sa tormentare l’uomo fino a cancellare in lui qualunque virtù umana.
Quando la nausea sovrasta, quando l’intestino, infiammato, non ottiene pietà e il cibo impone una sonnolenza malata (non a caso, il tormento si acuiva la notte), non si può pensare ad altro che al proprio bruciante dolore.